Recensione "Fiore di Sangue" di Crystal Smith
Ciao a tutti lettori e benvenuti sul "Cottage Dei Racconti", oggi vi parlo di "Fiore Di Sangue" di Crystal Smith. Questo libro, dalla copertina spettacolare, fa parte di una trilogia fantasy dal nome "Bloodleaf" . Il primo libro appunto è "Fiore Di Sangue" uscito il 14 Gennaio 2020, mentre il secondo, attualmente in lettura, "Greythorne" è in libreria da Febbraio 2021, entrambi pubblicati da Mondadori della Collana "Fantastica". Il volume presenta 271 pagine in copertina rigida e costa 17,90€.
Crystal Smith è una scrittrice e fotografa statunitense. Questo è il suo primo libro e già in America a riscosso molto successo, tanto da essere portato dalla Mondadori qui in Italia.
Ci troviamo in un mondo immaginario in cui sono presenti due grandi regni: Renalt e Achlev. Aurelia la protagonista, è la principessa di Renalt ed è molto importante per l'unione tra esso e Achlev. Infatti i due regni erano in guerra tra di loro ma fin dalla nascita, la principessa renaltiana ha il destino segnato, sposarsi con l'erede al trono di Achlev e suggellare così la pace tra i due popoli. Tuttavia la vita di Aurelia non è facile poiché è dotata di magia, si considera appunto una strega. A governare su Renalt non c'è solo la famiglia della ragazza ma anche un'istituzione detta "Il Tribunale". I suoi membri si occupano di scovare chiunque pratichi la magia per processarlo e condannarlo a morte. In sostanza cacciano le streghe perché secondo loro vanno ad opporsi alla religione presente in questo mondo. Una fede basata su la venerazione di una dea, "Empyrea", di cui queste persone hanno una loro interpretazione per cui la magia è considerata maligna e quindi va eliminata. Il sistema magico è basato su vari tipi di magia, una più meditativa legata alla forza della mente, una legata all'erboristeria e alla meditazione e l'ultima invece, la più potente, quella del sangue. Aurelia possiede quest'ultima, ogni volta che deve fare un incantesimo ha un prezzo da pagare, ovvero gocce del suo sangue. Purtroppo la ragazza deve nascondere questo segreto di cui solo poche persone fidate ne sono a conoscenza. Se infatti "Il Tribunale" la scopre per lei è la fine. Succede per un determinato evento che Aurelia è costretta a praticare la magia davanti a gran numero di persone. Fugge quindi dal suo palazzo per raggiungere Achlev ma sotto mentite spoglie. Conoscerà Zan, un uomo legato alla corte di questo regno che l'aiuterà a varcarne le porte. Per entrare ad Achlev infatti c'è un sistema in cui occorre utilizzare la magia, che al contrario di Renalt, qui viene praticata, anzi Aurelia finalmente potrà fare uso del suo dono senza nascondersi. Scoprirà che il suo potere è legato ad un fiore misterioso che nasce da una pianta incantata detta "sanguinfoglia". Questo fiore ha proprietà curative, infatti può guarire qualsiasi ferita o malattia, tuttavia per crescere la "sanguinfoglia" ha bisogno di un sacrificio, di sangue versato. La situazione per Aurelia si complicherà, dal momento in cui "Il Tribunale" e il suo perfido amministratore, cercheranno di rovesciare il trono di Renalt e prenderne il controllo e mettere inoltre in pericolo la stessa città di Achlev. La ragazza quindi dovrà riprendere in mano la situazione per salvare i due regni, la sua famiglie e se stessa.
L'elemento magico in questa storia è molto presente, un tipo di magia che si lega alla stregoneria, quindi con gli incantesimi, l'utilizzo anche delle piante e soprattutto del sangue e tutto questo da un tono oscuro e suggestivo all'atmosfera del racconto. Ho ritrovato riferimenti folkloristici della cultura celtica e russa e anche tematiche che appartengono alla storia del Cristianesimo, " Il Tribunale" ci fa subito pensare all'Inquisizione spagnola ma molto interessanti sono soprattutto le tematiche. Viene affrontato il tema del sacrificio, che ho trovato davvero molto interessante, perché è inteso come tale, morire per qualcuno, penso sia la forma massima per dimostrare amore verso una persona. Anche la famiglia è un tema presente, in particolare il legame madre/figlia e madre/figlio e infine vorrei aggiungere la religione. Essa viene utilizzata anche come strumento di morte, come accade purtroppo anche nella realtà, poi c'è invece la parte pura della fede, quella giusta. L'ambientazione ricorda lo stile medievale con castelli, torri, carrozze, locande e cosi via. Per quanto riguarda i personaggi, la protagonista è costruita molto bene, si tratta di una ragazza che deve affrontare di tutto e di più ma rimane coraggiosa, forte e molto ironica anche nelle situazioni più disperate. Anche il coprotagonista maschile Zan, mi è piaciuto molto, un uomo dal passato doloroso ma che si è affermato e rimane un elemento fondamentale per la trama. Ci sono poi molti personaggi secondari anche davvero belli. Conosciamo anche l'antagonista principale, che si può dire rappresentato da tutto "Il Tribunale" ma in particolare dal suo capo, Toris de Lena, che darà del filo da torcere alla protagonista, un cattivo di quelli da non provarne la minima simpatia o giustificazione per i gesti malvagi che compie.
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