Recensione di "Vodka e Inferno" -" La Morte Fidanzata" di Penelope Delle Colonne
Penelope Delle Colonne è nata a Napoli e si è laureata in filologia moderna con una tesi sull'omosessualità nella letteratura romanza medievale, molto attiva sul panorama letterario del web, "Vodka e Inferno" - "La Morte Fidanzata" è il suo primo romanzo.
Vorrei fare una premessa, questo non è un libro adatto a tutti, non vorrei esagerare troppo ma lo sconsiglierei ad un pubblico che abbia un età al di sotto almeno dei sedici anni. Per quale motivo? Allora si tratta di un horror molto forte non solo per il lato sanguinario ma anche a livello sessuale, ci sono infatti diverse descrizioni erotiche davvero molto spinte. Diciamo che per leggere questo libro, come molti altri lettori hanno scritto, occorre avere una mentalità molto aperta, bisogna prenderlo come una storia che porta tematiche inusuali, quindi che non troviamo in tutte le trame. Di cosa parla appunto, ci troviamo nei primi capitoli a Venezia alla fine dell'Ottocento. Conosciamo Frattaglia, un orfano, trovato nella spazzatura da un certo Carnemolla, un ladro di cadaveri. Frattaglia quindi intraprende anche lui questa attività illegale, insieme a quello che è il suo padrone, che consiste nel recuperare i morti per poi venderli a medici che li aprono e ne studiano gli organi, quindi più i cadaveri sono in buono stato e più Carnemolla e i suoi aiutanti ci guadagnano. La notte del 31 Ottobre, questi ladri recuperano dal Canal Grande un giovane uomo, morto annegato, che colpisce subito Frattaglia. Il cadavere, per la gioia del signor Carnemolla e dei suoi compari, non è danneggiato se non per una brutta ferita su una guancia, una bruciatura che questo tizio si è procurato in vita. Il misterioso ragazzo porta inoltre al dito un prezioso anello raffigurante la testa di un felino, con una coda di pesce che gli spuntava dalle fauci. Il corpo ha trovato il suo compratore, un medico che vuole studiarlo e Carnemolla affida a Frattaglia il compito di procedere alla vendita ma il povero orfano è attratto dal morto, tanto che se innamora morbosamente e non ha nessuna intenzione di cederlo. La vendita salta e non solo, Carnemolla viene anche arrestato. Frattaglia viene rintracciato dallo zio del giovane defunto, un giocattolaio, Gaspare Mallardo e scopre l'identità dell'oggetto del suo desiderio, Viktor Mickalov, un russo che appartiene ad una nobile e grande famiglia. Mallardo vuole riportare il corpo del nipote in Russia, in un piccolo e tenebroso paesino chiamato Soroka. Frattaglia ormai ossessionato da Viktor riesce a convincere il giocattolaio a far venire anche lui. Una volta arrivati a Soroka ci spostiamo nel grande maniero dove risiedono i Mickalov. Zii, cugini di Viktor e sua madre. I gatti, così vengono soprannominati i Mickalov, poiché la loro dinastia è legata appunto a questo animale. Nel loro stemma appare la figura del felino e inoltre tutti i componenti ne possiedono uno, tanto che troviamo gatti ovunque, che si aggirano tra le mura del lugubre maniero. Questa famiglia un tempo era molto influente nella piccola città ma adesso sta cadendo in rovina, sia a livello economico sia per la perdita continua dei suoi membri. Succede che Viktor si risveglia dopo il suo funerale nelle vesti di vampiro e fa il suo ingresso nel maniero durante il ballo di Natale. La famiglia sconvolta dal suo inaspettato ritorno pensa da prima che sia uno scherzo e poi che si tratti di morte apparente, ovvero quando si ha la perdita di coscienza e dei riflessi e non si percepisce più la presenza del battito cardiaco e del respiro, il soggetto quindi sembra morto ma in realtà non lo è poiche tali parametri ritornano vitali. Ma in realtà questa diventa solo una scusa da dare agli abitanti del piccolo villaggio, perché l'uomo è divenuto un vampiro ed è pronto a dare la vita eterna e dannata anche ai suoi familiari. Il nobile ha intenzione di riportare alla famiglia la gloria di un tempo, grazie ad una diabolica invenzione, una vodka particolare che strega le menti e che chiama appunto "Vodka e Inferno". Per farlo dovrà creare un alleanza apparente con i Rodcenko, antichi rivali dei Mickalov, che in questo momento possiedono le distillerie. Lo scopo di Vicktor è riprendere il controllo di Soroka e vendicarsi su chi in vita gli ha fatto del male.
L'ambientazione di questo romanzo ci porta ad atmosfere oscure e grottesche, ci viene da prima descritta una parte di Venezia molto degradata, per poi spostarci nella fredda Soroka e in questo minaccioso maniero situato su un isola in mezzo ad un lago. Troviamo nel libro una mappa in cui sono indicati i luoghi principali dove si svolge la vicenda. Lo stile di scrittura è molto particolare, con molte citazioni, sembra quasi una ballata lugubre, in cui questi personaggi muovono i loro fili. Vicktor è un uomo inquietante, non solo perché è un vampiro, si tratta di un personaggio che prova un rancore e una cocente voglia di vendetta che lo spinge a fare azioni davvero sadiche, non si fa nessuno scrupolo tanto che la sua famiglia cade ai suoi piedi. I Mickalov sono davvero tanti, abbiamo cinque fratelli con mogli e molti figli. Ogni personaggio è ben caratterizzato e ho apprezzato molto la presenza, oltre della mappa, anche dell'albero genealogico dei Mickalov che ci permette di seguire bene le vicende dei vari componenti della famiglia. Ci vengono raccontate le strane e bizzarre relazioni che ci sono all'interno di essa e i suoi oscuri segreti. Diciamo che i Mickalov li ho trovati già abbastanza particolari all'inizio, quando ancora Vicktor era solo un cadavere ma successivamente diventano davvero sinistri. Nonostante questo, l'importanza e la lealtà nei confronti della famiglia è uno dei temi centrali del libro ma troviamo anche quello della morte, della vita eterna, quello religioso, il potere e l'amore, in questo caso manifestato in maniera davvero diversa da come ci viene presentato in altre storie. Le relazioni in questo romanzo, secondo me, segnano un confine sottile tra amore e orrore. Il desiderio carnale è molto presente, perciò troviamo delle parti davvero erotiche, scritte senza restrizioni. Si tratta di appagamenti che sfociano nell'ossessione e si manifestano in maniera molto forte. Nonostante sia stato scritto in stile direi quasi mistica la trama scorre, troviamo azione e colpi di scena, uno davvero incredibile, dalle trecento pagine in poi, perché all'inizio dobbiamo conoscere bene i personaggi e le varie situazioni. L'elemento culturale legato alla Russia è presente, anche attraverso dei termini in lingua originale che l'autrice utilizza, tuttavia sarebbe stato bello approfondire di più le descrizioni di Soroka e del paesaggio dove la vicenda si svolge nonostante la presenza della mappa. Inoltre spero che nel secondo libro venga più approfondito il personaggio di Mia, la mia preferita in questa storia. Lei è una delle cugine di Vicktor, unica femmina di una sfilata di fratelli maschi, figli di un cosacco, un militare tipico delle zone steppose dell'Europa orientale, che vorrebbe avere voce in capitolo, proprio come i suoi fratelli che desiderano o comunque diciamo sono obbligati dal padre a prendere le sue stesse orme. Mia vuole essere un cosacco, non una donna utile solo a fare figli e appagare i desideri del marito ma ci troviamo in un epoca in cui le donne non contavano praticamente nulla, la loro opinione non era importante. Bene, questa ragazza si oppone con coraggio a questa situazione, mettendosi contro il padre, anche lui un uomo freddo, severo e austero di cui la giovane Mickalov ha molto timore.
In sostanza il libro mi è piaciuto, per la sua particolarità. Una lettura diversa dalle altre con un'atmosfera dai toni horror. Ripeto lo sconsiglio ad un pubblico troppo giovane o a persone particolarmente sensibili ma se avete una visone aperta o amate le storie di questo genere va benissimo, io non ho letto i libri ma in alcuni momenti mi ha richiamato alla mente anche il "Trono di Spade". Immergetevi dunque nell'oscura Russia ottocentesca tra vampiri e cosacchi e fatemi sapere cosa ne pensate. Spero di leggere al più presto anche il secondo volume.
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